Dopo i colloqui a scuola, di solito ricevo molte telefonate da parte di genitori delusi, sorpresi e talvolta quasi sconvolti di aver sentito cose di cui non sospettavano nemmeno l’esistenza.
Sei sicuro di conoscere tuo figlio, poi arrivi a scuola e ti sembra che stiano parlando di un’altra persona… Ti è mai capitato?
Effettivamente il colloquio con gli insegnanti può rappresentare per qualcuno un momento di forte tensione emotiva; sembra quasi di essere in ambulatorio dal medico: ansia, preoccupazione, liti sul rispetto delle precedenze, critiche a chi si dilunga. Mentre sei in coda, l’attesa è infinitamente lunga… poi, quando arriva il tuo turno, il tempo non basta mai.
Penso che nessuno voglia sentirsi dire che il proprio figlio ha dei problemi, o che non ha voglia di studiare nonostante tutti gli sforzi, le ramanzine, gli incentivi e, perché no, anche qualche bastonata. Quello che, intimamente, più ci preoccupa è che nostro figlio non abbia abbastanza capacità o che la preparazione di base non sia valida. Oppure, al contrario, se nostro figlio è un bravo studente, si innesca il meccanismo delle grandi aspettative nei confronti dei voti, e guai ad abbassare la guardia in una società che non permette di sbagliare e di mostrare segni di difficoltà.
Se poi sono presenti anche anche rapporti competitivi forti, allora diventa realmente un dramma: vietato perdere il confronto con parenti, figli di amici, compagni di scuola…
Hai mai provato un senso di impotenza nei confronti della situazione scolastica? In fondo tu ricopri il tuo ruolo e l’insegnante il suo; il genitore non può andare più di tanto a fondo e si deve accontentare di ciò che gli viene riferito, anche se si tratta di indicazioni vaghe o non riceve strumenti utili per fare qualcosa.
Nel tuo caso, di conseguenza, che atteggiamento emerge? Sei il genitore che difende il figlio a tutti i costi o, al contrario, tuo figlio non fa mai abbastanza per te?
Ti senti orgoglioso quando ti dicono che se la cava bene e sollevato se ti fanno sapere che è migliorato o rimani comunque critico, perché ovviamente si può sempre fare di meglio?
Le lamentele non arrivano unicamente dai genitori. Sai quante volte sento dire dai ragazzi che i genitori non sono mai contenti di loro? O almeno questa è la percezione che hanno. Tu credi di motivarli e invece ottieni l’effetto contrario! Ogni persona reagisce a suo modo: c’è chi, a seguito di una “strigliata”, risponde allo stimolo e fa di più ma anche chi perde la fiducia e si arrende.
Non è sempre facile riuscire a dare la risposta giusta alle richieste dei nostri figli. Meglio, comunque, rispondere piuttosto che lasciarli senza alcuna indicazione. Facciamoli sentire seguiti e considerati: è preferibile scatenare un piccolo contrasto in caso di disaccordo piuttosto che lasciarli a loro stessi.